Nella pioggia di Sora spunta
il sorriso di un colombiano: Atehortua
Mancava proprio la vittoria nel curriculum stagionale dell’atleta
colombiano, tre volte secondo, un terzo e un quarto posto:
c’era bisogno di salire sul gradino più alto
del podio. E Atehortua lo ha fatto proprio a Sora, in una
giornata funestata dalla pioggia ma che ha reso ancora più
eroica l’impresa del colombiano che è riuscito
ad aggiudicarsi la XX edizione della Ciociarissima. “Sono
felice di questa vittoria, non mi sembra vero” dichiara
incredulo il colombiano nell’intervista del dopo gara
“ho avuto tanta paura in discesa, la strada era scivolosa,
si rischiava di cadere com’è successo più
volte in gara, ho sofferto tanto il freddo ma giunto all’ultima
salita mi sentivo bene, ho spinto più che potevo e
nell’ultimo tratto pianeggiante che porta all’arrivo
ho dato tutto me stesso”. E la sua forza di volontà
lo ha portato ad aggiudicarsi questo importante successo che
il colombiano ha dedicato alla sua squadra, la San Marco IMET
Caneva. Insieme ad Atehortua, sono saliti sul podio Federico
Canuti e Fabrizio Lucciola, rispettivamente al secondo e al
terzo posto.
Il via dato alle ore 14 in Corso Volsci a Sora dal Presidente
regionale Laziale della Federazione Ciclistica Italiana Bruno
Vallorani in compagnia di Giuseppe Chech, presidente dell’associazione
sportiva Ciclisti Sorani (il team che organizza la gara);
160 i partenti in rappresentanza di 21 società ciclistiche.
Nella prima parte di gara il percorso interessa la Valle di
Comino con l’attraversamento dei Comuni di Broccostella,
Posta Fibreno, Vicalvi e Alvito. Proprio ad Alvito, “giro
di boa” per il ritorno degli atleti verso Sora, si ha
il primo GPM: ad aggiudicarselo è Fabio Taborre (Aran
World).
Riassorbito poco dopo dal gruppo, a Posta Fibreno registriamo
la fuga di un terzetto, a cui si unirà di lì
a poco un quarto uomo: i fuggitivi animeranno la competizione
per un’ottantina di km: si tratta di Gianluca Maggiore
e Stefano Barsottini (team Ciaponi), Vladimir Tuychiev (Palazzago
Saclà), Matteo Belli (Mastromarco Sensi Vangi). Ai
quattro di testa si aggancerà dopo pochi chilometri
anche Iurii Leotenko (Gruppo Lupi).
Attraversata Castelliri e fatto ritorno verso Sora, al primo
passaggio sotto lo striscione dell’arrivo, dopo 58 km
di gara, il quintetto transita con 1 minuto di vantaggio sul
gruppo che procede in fila indiana rallentato dalla pioggia
incessante e dall’asfalto diventato scivoloso. A pagarne
le spese, oltre agli altri, sarà anche un componente
dei fuggitivi, Barsottini, che nell’affrontare una curva
nei pressi di Isola Liri, rovinerà a terra senza per
fortuna riportare gravi conseguenze. Al secondo passaggio
a Sora, al km 80, transita Maggiore con una ventina di metri
di vantaggio sugli altri compagni di fuga, ai quali è
riuscito ad agganciarsi Scafuro (Maltinti). Il gruppo insegue
a 50 secondi
Il quartetto di fuga riesce a massimizzare il proprio vantaggio
fino a 2 minuti e 10 secondi. Ma dalle retrovie continuano
a susseguirsi scatti e forcing di varie formazioni tant’è
che al terzo passaggio a Sora il gruppetto di testa transita
con 50 secondi di vantaggio sul gruppo.
E infatti ai piedi della prima vera asperità, la salita
di Caprareccia, il gruppo giunge compatto. A rompere gli indugi
è Alexander Filippov (Gruppi Lupi) che sferra l’attacco
all’inizio della salita; gli rispondono Alessandro Colò
(Promociclo), Americo Novembrini (Massi Team), Julian Quintero
(Futura Team), Stefano Usai (Palazzago Saclà), Federico
Canuti (Bedogni) e Atehortua: sarà proprio quest’ultimo
ad aggiudicarsi il GPM posto alla fine dell’erta di
San Sebastiano.
Nella discesa che riporta a Sora, Canuti finisce fuori strada,
causa asfaldo viscido, ma tornerà presto in sella alla
sua bici. Sotto il suono della campana che annuncia l’inizio
dell’ultimo giro, i battistrada guidati da Atehortua
transitano con un vantaggio di 45 secondi sugli inseguitori.
Rimane da affrontare la seconda asperità: è
il famoso “muro” di Portella. Non appena la strada
inizia a salire si ha l’attacco di Atehortua, nessuno
riesce a tenergli la ruota, il colombiano si alza sui pedali
e punta dritto verso il GPM facendo il vuoto dietro di sé.
Dalla retroguardia Canuti e il sopravvenuto Fabrizio Lucciola
(Maltinti) cercano di non perdere terreno nei confronti del
portacolori della Caneva, il quale continua nel suo forcing
che lo porterà a tagliare il GPM con 15 secondi di
vantaggio sugli inseguitori. All’atleta colombiano resta
da affrontare la discesa con quell’agilità e
quella destrezza che proprio non sono tipiche dei ciclisti
dell’America Latina: ma è la giornata di Atehortua,
e lui è bravo anche nel percorrere la discesa e a tenere
ancora duro per gli ultimi 4 km che lo separano dalla sua
prima vittoria stagionale.
E così, tra due ali di folla assiepata lungo le transenne
che delimitano il Corso Volsci di Sora, Julian Dario Atehortua
si aggiudica a braccia alzate la XX edizione della Ciociarissima
alla media di 43,300 nel tempo di 3 ore e 28 minuti. Alle
sue spalle, a 17 secondi, Canuti regolava la volata su Lucciola
e il resto degli inseguitori.
Superlativa l’organizzazione della gara da parte dell’associazione
sportiva Ciclisti Sorani: dimostrazione di un livello tecnico
e organizzativo davvero elevato. A loro i complimenti di tutti
per l’ottimo lavoro svolto.
gianni bruni