Gran Premio Capodarco al croato
Miholevic
Tra una vera muraglia di folla entusiasta, il Gran Premio Capodarco
celebra un’altra bellissima edizione, la 36^ della serie,
più lussureggiante e avvincente che mai, ed anche questa
volta è il “muro” che immette dentro il centro
storico di questo piccolo, grande caposaldo del ciclismo a decidere
le sorti di una gara combattuta senza esclusione di colpi per
oltre quattro ore e mezzo dai più forti e tenaci di un
gruppo che al via era composto da 196 dilettanti.
A conquistare infine l’ambito e prestigioso successo è
stato il maturo croato Hrvoje Miholevic, 28enne corridore di
Rijeka (l’ex-italiana Fiume), che già quest’anno
era salito alla ribalta in Italia imponendosi a fine febbraio
nella Coppa San Geo, la classica d’apertura del dilettantismo
italiano.
Il corridore croato, fratello del professionista Vladimir, fa
parte della B.K. Loborika, un agguerrito team dilettantistico
del suo paese che qualche giorno prima aveva già trionfato
nell’internazionale di Felino (con Danculovic, 13°
a Capodarco mentre in quell’occasione Miholevic era giunto
quinto).
Partito a circa 2 chilometri dal traguardo il longilineo kazako
Renev, Miholevic ha iniziato la rimonta a metà dell’ultima
salita assieme al valdarnese Iattici ed è rinvenuto fortissimo
sul fuggitivo lungo l’impennata del cosiddetto “muro”,
proiettandosi quindi inesorabilmente verso una indimenticabile
vittoria. L’ex-professionista del B.K. Loborika ha suonato
la sua carica con la tempestività ed il fiuto di una
volpe, liberandosi con poche possenti pedalate di ogni avversario
per andare a raccogliere a braccia alzate gli applausi convinti
e meritati di un pubblico foltissimo e prodigo di ovazioni per
tutti i generosi superstiti della durissima battaglia.
Come già l’anno scorso di nuovo secondo e vicinissimo
al successo è andato il lanciatissimo Francesco De Bonis,
portacolori ciociaro della marchigiana S.C. Monturano Civitanova
Cascinare, già vincitore il 12 scorso nell’internazionale
di Atina; il pupillo del d.s. Sandroni è scattato nelle
fasi conclusive un po’ più tardi di Miholevic e
così, pur producendosi in un finale arrembante e prepotente,
è riuscito a lasciarsi alle spalle tutti gli altri meno
che il croato del B.K. Loborika; ma il suo secondo posto consecutivo
nella classica di Capodarco costituisce un exploit di tutto
rilievo.
Al terzo posto ha concluso il bravo nazionale kazako Sergei
Renev, tradito dal muro finale, che ha preceduto altri degnissimi
protagonisti come Girardi, Dabrowski, Iattici, Taborre, Clarke
e altri ancora. Ma un elogio particolare lo merita il lodigiano
Bruno Rizzi, della S.C. Pagnoncelli NGC Perrel, per vario tempo
all’avanguardia prima con altri e poi da solo fino a sei
chilometri dal traguardo, quando non è riuscito a resistere
al ritorno del gruppo dei migliori.
Era la 36^ Edizione del “Gran Premio Capodarco –
Comunità di Capodarco”, definita anche “Corsa
per la Solidarietà” ed al via dal monumento al
povero Fabio Casartelli si sono radunati 196 concorrenti, in
rappresentanza di ben 37 squadre, di cui 10 straniere e 6 di
queste rappresentative nazionali. Il vulcanico Gaetano Gazzoli,
il suo braccio destro Adriano Spinozzi e tutta la foltissima
e coordinatissima pattuglia del G.S. Capodarco possono ancora
una volta e con più forza ancora che in passato intonare
l’inno della vittoria perché la loro manifestazione,
bellissima e grandiosa, ha riscosso un nuovo prorompente successo
su tutti i possibili fronti.
Il via ufficiale viene dato dalla casa vinicola Santa Liberata
e da lì lo sciame multicolore della corsa di Capodarco
va ad invadere per vari giri il lungomare del Lido di Fermo
e quello di Porto San Giorgio, gremitissimo di pubblico e di
seducenti bagnanti. Dopo varie schermaglie, un quarantina di
concorrenti escono al comando dal circuito di pianura per affrontare
il primo ritorno in salita a Capodarco. E sul GPM transita per
primo Vaccai, della Pol. Valdarno, con 13” sugli altri.
Si iniziano i 7 giri del classico circuito di Capodarco, fatto
nell’ordine di discesa, pianura e salita, di km. 18. Sul
GPM del 2° giro Carvajal precede Kserlkoski e Marycz. Guida
la corsa un drappello di 19 corridori mentre nelle retrovie
la selezione è già molto netta. Quindi nel corso
del 4° giro dal gruppetto di testa si fanno largo Rizzi,
della Pagnoncelli e due portacolori della Finauto Lucchini,
Merenda e il russo Belkov, che al 5° giro hanno 55”
di vantaggio su 13 inseguitori. In salita perde terreno Merenda
e a guidare le operazioni restano Rizzi e Belkov. Quindi sulla
penultima salita di Capodarco l’irriducibile Rizzi forza
la cadenza e stacca il pur bravo Belkov, che sul GPM, sul primo
dei due muri dei giri finali, ha già un ritardo di 1’
dal battistrada. Quest’ultimo prosegue tutto solo a testa
bassa ma nel tratto di pianura il drappello degli inseguitori,
forte di poco meno di trenta corridori, recupera notevolmente
e sull’Adriatica, a circa 6 chilometri dalla conclusione,
riassorbe Rizzi, cui va la palma comunque del più generoso
in gara. Sono 27 corridori ad attaccare assieme i 3 chilometri
della salita conclusiva. A 2 chilometri dà fuoco alle
polveri, come s’è già detto, il kazako Renev,
che, avvicinandosi a Capodarco, dà anche l’impressione
di potercela fare. Ma, purtroppo per lui, ci sono ancora da
superare i 100 metri o poco più del micidiale muro, dove
emerge la potenza atletica di Hrvoje Miholevic, che sorpassa
di slancio il meno scattante Renev e va a completare il suo
capolavoro vittorioso sulla dirittura d’arrivo con tanta
folla festante stipata ai lati e tutta compresa in questo nuovo
spettacolo sportivo da non dimenticare. |