TRA CALCIO E CICLISMO. UNO E’ CAMPIONE D’EUROPA SU PISTA, UNO GIOCA NELLA BERETTI DELL’HELLAS, IL PIU’ GIOVANE CON GLI ESORDIENTI GIALLOBLU’ E CORRE IN BICI
Elia, Luca, Attilio Viviani due sport per tre fratelli
«Sfruttano i ciclisti? Anche i calciatori lavorano molto»
A cura di Renzo Puliero – Giornale l’Arena - Vr
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Elia, 18 anni, è campione europeo juniores di ciclismo su pista, in assoluto uno dei più interessanti giovani talenti di questo sport; Luca 16 anni, gioca nella formazione Beretti dell'Hellas Verona; Attilio, 11 anni, corre tra i giovanissimi con la maglia del Luc Bovolone, ma gioca anche nella squadra Esordienti dell'Hellas: sono i tre rampolli della famiglia Viviani. Risiedono a Vallese di Oppeano ed a casa loro si vive di ciclismo e di calcio.
Anche Elia, il più conosciuto dei tre fratelli, aveva cominciato giocando a calcio, «in porta, nel Vallese, e così è stato sino a 12 anni quando, per seguire alcuni amici del paese e compagni di classe, ho provato a correre in bici». E la scelta è stata subito definitiva «perché correre in bici mi dava più soddisfazioni che giocare a calcio dove il successo è, soprattutto, di squadra non individuale».
Con Elia è salito in bicicletta, nello stesso, anno Luca accogliendo l’invito di quel promotore di sport che è Lino Scapini, fondatore della Luc Bovolone. Entrambi correvano tra i giovanissimi, Elia tra i G3, Luca tra i G1. «Ma quando è entrato nell'Hellas - fa presente Elia - Luca ha fatto una scelta precuisa. Era il leader della squadra e affronta il calcio con molta serietà. Ogni anno che passa dà conferma delle sue potenzialità e anche in questa stagione è l'unico classe 1991 della squadra Beretti. Gioca centrocampista di destra, ma qualche volta lo impiegano anche esterno davanti».
Attilio Viviani, per ora, non ha bisogno di scegliere. Può conciliare bicicletta e calcio, che si praticano, per lo più in mesi diversi. «Ma alla fine - scommette Elia - credo che anche Attilio si dedicherà al calcio: quando si entra in una società prestigiosa come l'Hellas, è difficile mollare». Il dubbio che si può insinuare, semmai, è che la scelta sia dettata dal diverso impegno, dal diverso grado di fatica per i due sport. Ma è proprio Elia Viviani, uno che ha già bene in testa di diventare corridore vero, tanto da pensare a solo un paio di anni tra gli under (dove esordirà nel 2008), in una squadra che non richieda risultati, ma dove possa solo continuare a maturare gradualmente, a chiarire: «Dicono che sfruttano i ciclisti, ma Luca, all'Hellas, fa quattro allenamenti alla settimana più la partita al sabato, e nel precampionato stava via dalla mattina alla sera. Io in bici, mi alleno tutti i giorni e d'estate è una cosa
impressionante come impegno, mentre Luca è libero d'estate. Come ore, forse, lavoro più di loro. Inoltre, il ciclismo dura di più, da novembre a ottobre con solo una quindicina di giorni di sosta, mentre i calciatori nei mesi predecenti l'inizio dell’attività, seguono sì le tabelle di lavoro indicate dai tecnici, ma hanno più tempo libero. Comunque, non mi sento di dire ci sia grandissima differenza». E come fatica? «Si sa che nel calcio ci sono 90 minuti, mentre nel ciclismo c'è la resistenza alla duerata e ogni giorno è diverso, secondo i diversi percorsi».


Castel d’Azzano, 24-09-07


Ufficio Stampa
Fdb-Ecodem
Roberta Cailotto

 
 
 

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