Un libro, che riapre interrogativi sulla morte di Marco Pantani.

Sono contrastanti e dolorosi i sentimenti che coinvolgono la famiglia Pantani dopo l’uscita, oggi, sul quotidiano “La Repubblica”, di un articolo, a firma Gianni Mura, riferito ai contenuti de “Vie et mort de Marco Pantani”, libro scritto dal giornalista francese Philippe Brunel. Innanzi tutto, lo stupore nell’apprendere una tesi, sicuramente frutto di ricerche approfondite, che coinvolge l’intero contesto della vita di Marco, dal 5 giugno 1999 a Madonna di Campiglio, fino alla sua morte, in Rimini, il 14 febbraio 2004. Dal volume si evincono, sugli ultimi giorni della vita del campione, diversi particolari, taluni agghiaccianti, atti a ribadire quanto da noi affermato in un precedente comunicato, relativamente alle lacune, alla velocità e ai troppi interrogativi riscontrati nelle indagini che poi han dato vita al Processo in corso presso il Tribunale di Rimini. La disamina pubblicata nel testo di Brunel, oltre ad una nuova lettura delle circostanze e dei modi sui quali s’è consumata la morte di Marco, aggiunge il sinistro enigma di una autopsia svolta con modi che, se dimostrati, lasciano sbigottiti ed increduli.

“Questo libro – ci ha detto Tonina Belletti, madre del Pirata – sta in ogni caso a confermare la fondatezza delle mie forti perplessità sull’andamento delle ultime ore di mio figlio. Non erano dunque frutto di una madre impazzita dal dolore. Ora, sono ancora più affranta, ma se tutto questo rappresenta una via per giungere alla verità, bèh… allora sono contenta di vivere questa ulteriore tortura”.

Ma ci sarà un nuovo processo dopo questo libro?

“Intanto vediamo di chiudere quello di Rimini – ci ha detto l’Avvocato Danilo Mastrocinque, legale della famiglia Pantani – poi, se vi saranno ulteriori riscontri alle tesi di Brunel, faremo di tutto per favorire l’apertura di una nuova inchiesta, con tutto quello che ne seguirà”.

p. Ufficio Stampa
Fondazione Marco Pantani Onlus
Maurizio Ricci

 
 
 

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