Vittorio Veneto (Treviso)-
domenica 27 aprile 2008 – Se ha vinto la condizione è
quella dello scorso anno, ma la fortuna evidentemente no. Il
rammarico è dunque esponenziale. A sole 48 ore dal Liberazione
compromesso a 3mila metri dal traguardo di Caracalla per una
maramalda foratura, Manuele Boaro si è rifatto “incorniciando”
la 53. Mo Frare-De Nardi che vale il bis stagionale dopo il
regale assolo dell’internazionale di Longera. Per tornare
al successo il talento trevigiano di S.Zenone degli Ezzelini
ha dovuto rispolverare dal personale repertorio lo spunto veloce,
lo stesso che giusto un anno fa gli permise di trionfare a Roma.
Ne ha messi alle spalle 18 l’azzurrino, ieri diretto da
Ciano Rui. Il tecnico ex professionista che nella sua Vittorio
Veneto ha brindato al Settebello Zalf nella classica trevigiana
dopo i successi centrati negli anni passati da Gianluca Zanini,
Tiberio Savoia, Franco Roat e Michele Poser tutti vincitori
a Savassa in cima all’erta che porta a Forcal, Paolo Savoldelli
e Fabrizio Galeazzi nel centralissimo viale della Vittoria.
Uno in meno del bottino 2008 sino ad oggi messo assieme dal
team di Salvarosa.
L’epilogo è stato spettacolare, palpitante, incerto.
Escluso il vincitore, le piazze d’onore erano tutte tracciate
in un lembo d’asfalto. Da fare saltare il fotofinish.
Il trentino Zampedri è stato il primo dei battuti, Busato
che con Boaro ha condiviso la maglia azzurra al Cote Picarde
in Francia ed allo Zlm Tour di Guarnieri chiuso al 10. posto
in Olanda, è salito sul terzo gradino del podio con un
guizzo da pistard al colpo di reni, davanti ad un costante e
pimpante Federico Bontorin ed un sorprendete Marco Ponta, lo
specialista friulano del fuoristrada che solitamente a Vittorio
Veneto ci capita a gennaio col gelo e per solcare i sentieri
del monte Altare che domina la città.
Quasi metà dei 180 partenti ha alzato bandiera bianca,
ma è davanti che era lecito aspettarsi maggiore selezione.
Vista anche la giornata soleggiata e per parecchi già
piuttosto calda da fare battere in testa il motore. Coperto
il periplo del lago di S.Croce il “doppio” Fadalto
metteva in luce Martin, il tricolore della pista De Marchi e
Cecchinel. Mentre il trampolino di lancio del S.Lorenzo, Gpm
a una dozzina di km dal traguardo, stavolta non ha ispirato
proprio nessuno. Il valtellinese Graziani, con Monguzzi, Tassinari
e Ferraro a ruota – quartetto poi riagganciato da De Marchi
- hanno cercato la sortita dopo lo scollinamento, ma i distacchi
erano inezia. Così un folto drappello è volato
in picchiata verso il traguardo, nonostante la verve Tassinari
e Monguzzi che non ci stavano a rimanere tutti assieme. Boaro
di classe è andato a porre il proprio sigillo.
Massimo Bolognini
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